Atacama Crossing 2008 |
La particolare location di questa corsa mi costringe ad affrontare i seguenti problemi:
Per il primo problema non ho potuto fare niente, tranne arrivare un giorno prima per ambientarmi almeno un po’, per il secondo porto più crema protettiva Piz Buin fattore 30 (ottima), per il terzo rischio lo stesso prevedendo un’alternativa in caso di sequestro del cibo proibito, inoltre impacchetto ogni confezione con la pellicola di alluminio e confeziono le razioni sotto vuoto come sempre. Saranno tutte soluzione azzeccate in pieno.
Comunque dopo tre spedizioni effettuate mi sento di avere acquisito una buona esperienza e quella che una volta sembrava paura o timore oggi si rivela una sicurezza in materia.
Il controllo del mio materiale è ormai un evento che tutti dell’organizzazione vogliono vedere perché sanno che a tavola noi italiani siamo insuperabili e ancora una volta mi faranno i complimenti sia per come ho confezionato il mio cibo che per la qualità dei prodotti portati, mi confideranno in seguito che l’argomento è stato discusso in più occasioni al campo.
IL controllo viene fatto come al solito con tranquillità, anzi dopo aver visto che mi portavo 2 scatole di sigari si sono subito interessati al punto che mi hanno inserito nel blog Desert luxury.
And in true Italian fashion, Nicola Benetti has packed two boxes of Toscano brand cigars.
“After the race, I sit around the fire and smoke one cigar a day, and I feel like I’m staying in a five-star hotel,” he says.
“They make me happy, they don’t weigh much, and you don’t inhale – so you can still get up and run the next day.
Poi torno all’hotel per lasciare le ultime cose e mi dimentico di prendere la borsa del cibo che sarebbe servito per la sera e la mattina seguente.
Arrivo al campo dopo solo un’ora di autobus e vedo due lama correre sul crinale di una duna: potrebbe essere un segno di buon auspicio.
Questo momento mi mette sempre una grande serenità, distende tutte le mie tensioni, mi integro perfettamente nell’ambiente circostante aspettando le emozioni cui andrò incontro.
Faccio appena in tempo a sistemare le mie cose in tenda che improvvisamente un fortissimo vento si abbatte sul campo seminando una forte apprensione in tutti noi.
Le tende vengono divelte e il personale dell’organizzazione deve ricominciare tutto da capo. Si è trattato di una specie di tornado di piccole dimensioni che ha attraversato la nostra zona e in poco tempo si è dissolto. L’avventura è iniziata, questi sono solo alcuni effetti speciali.
Le ore trascorrono con tranquillità ed eccitazione nello stesso tempo, c’è grande voglia di scambiarci le ultime informazioni sull’attrezzatura o sugli allenamenti fatti o semplicemente si ride perché ogni cosa, anche una semplice battuta, è amplificata dal silenzio che regna intorno a noi.
Mi accorgo che il mio zaino è scucito: poco male prendo ago e filo e lo rammendo, fa parte del gioco.
Come sempre la cena dell’arrivo è offerta dall’organizzazione, il regime di autosufficienza inizia subito dopo il via fino all’arrivo, questa sera ceniamo con delle focacce al pomodoro e formaggio, del pollo con insalata e le classiche bibite.
La sera fa freddo siamo a 3.200 mt di altezza e c’è il cambio dell’ora legale. Spostiamo l’ora indietro per via che ci troviamo nell’emisfero australe, (in Italia la portano avanti) quindi 4 ore di fuso +1 avanti in europa –1 indietro in Sudamerica ci si trova con 6 ore di differenza.
Sto intorno al fuoco con i miei amici italiani, con loro sono stato in Marocco alla MDS e mi chiedono che differenze ci sono con questa formula, ma dopo un po’ andiamo a dormire se si può dire dormire, 2 ore dopo mi sveglio perché molti russano ed è un gran casino, comunque la notte passa.
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