Gobi March 2007 |
Affrontiamo subito una salita interminabile, 450 mt che completo a passo lentissimo, non voglio sprecare un mare di energie nel 1° km, il respiro è praticamente normale e inizio a sudare un po’ quando sono quasi in cima, mi passano in molti fradici di sudore e con il respiro di una locomotiva, ci vediamo dopo nella discesa tanto nella distanza di 400 mt ci siamo tutti.
Infatti in discesa riprendo con facilità il mio posto (primi 15-20) corro comunque con un passo blando ma buono, guado molte volte il fiume ed è un sollievo, rinfresco muscoli tendini articolazioni.
Paesaggio
È piuttosto difficile vedere le bandierine segna percorso, sembra che le abbiano messe per una gara di rienteering, dietro a un sasso o dopo una curva.
Attraverso come al solito un’infinità di paesaggi, villaggi, canyon, orti coltivati, distese desertiche, sentieri a strapiombo sul fiume, frutteti, le albicocche sono buonissime, e tutto circondato da montagne nude e venose.
Due guadi sono fatti con un carro trainato da un asino e durante il secondo ci capottiamo e due amici finiscono dentro mentre io riesco a saltare e a restare in piedi, divertente.
Procedo con regolarità fino al cp 50, qui per una bandierina nascosta dietro ad una curva finisco fuori strada e perdo tempo prezioso, mi arrabbio con due persone dell’organizzazione per il modo di segnalare.
Salgo un’ultima collina e mi si presenta uno scenario incantevole: il plateau del Gobi, un’immensa distesa desertica lievemente ondulata che si perde a vista d’occhio, la temperatura sale intorno ai 40°, di buon passo arrivo al 60 km e qui realizzo che sono 7° perchè vedo 6 concorrenti fermi intenti a riposarsi, incredibile penso tra me e me, sono tutti scoppiati.
Un guado
Invece è una sosta obbligatoria di 2 ore decisa dall’organizzazione a causa del gran caldo, una decisione incredibile per il tipo di gara perche metterà a dura prova il mio fisico e quello di molti altri.
Fermarsi per due ore dopo dieci di corsa in perfetta armonia con la fatica fatta si rivelerà un disastro per me, in pratica ingannerò il mio fisico facendogli credere di avere finito mentre dovrà sopportare altre tre o più ore di corsa dopo la sosta.
Mangio un pò di frutta secca e continuo a bere lentamente, ma già dopo pochi minuti inizio ad avere della nausea.
Riparto dopo le mie due ore di stop e procedo molto lentamente fino al 70 km, prendo l’acqua e comincio a non vedere l’ora di finire.
Gli ultimi 10 km saranno fatica allo stato puro, ogni passo un km, e il tempo di arrivo che si allontana inesorabilmente.
Inizio ad avvertire forti dolori al petto e un formicolio ad entrambe le braccia, il tutto con un gran senso di vomito addosso, cammino perchè non riesco più a correre e inizia la paura che qualche cosa di grave mi possa capitare, mi tranquillizzo perchè sto solo camminando e comunque da dietro stanno sopraggiungendo altri concorrenti.
Mi superano e cerco di non perderli di vista, sta iniziando a fare buio ed ho lasciato la torcia nello zaino perchè sapevo che sarei arrivato col chiaro senza lo stop di 2 ore.
Seguendo la Nina e il suo amico sbaglieremo nuovamente strada, accidenti mi dico le donne mi portano come nel Sahara fuori strada nella tappa lunga, sono sfinito e sto sempre più male.
Non ne posso più, la magia sembra finita, le motivazioni andate, sto scendendo un canyon e scivolo giù per qualche metro, fortuna che lo zaino attutisce la caduta altrimenti avrei anche i segni sulla schiena, dov’è l’arrivo?
Pochi passi e vomito solo acqua sono 12 ore che non mangio, comunque continuo, vedo un’accampamento completamente al buio, chi saranno questi mi dico, fatico a vedere le bandierine e penso che dovrò fermarmi a prendere la torcia se non vedo le luci del nostro.
Guardo un pò meglio quell’accampamento e riconosco l’arrivo, è finita, anche il black-out elettrico ci voleva per demoralizzarmi fino a 10 mt dall’arrivo.
Sono 13° primo come sempre della mia tenda, mi cambio e mi stendo cercando un sollievo che non arriverà in fretta, in pratica ho una sete tremenda e non riesco a bere che piccolissimi sorsi d’acqua sono le 11 un quarto e solo intorno alle 2 del mattino riuscirò a bere acqua come si deve, nel frattempo arrivano gli altri, uno di loro sviene e sarà trasportato in infermeria per la flebo.
Comunque la notte passa e alla mattina le forze iniziano a tornare più o meno come le altre volte.
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