RTP Nepal 2011 |
Ci radunano sul ponte e poi via non mi importano i km, sono 8 CP da fare uno alla volta, conto solo quelli uno dopo l’altro passano, dopo interminabili salite di scalini ed altrettanti in discesa, vado sempre al mio ritmo come al solito non mi interessa chi ho davanti e tanto meno chi c’è dietro, e vedo il mio previsto arrivo intorno alle 22.00 ridursi sempre di più.
È interminabile ed estenuante la giornata, specialmente la salita mi demoralizza molto, mi prometto di non fare più corse in montagna cosi lunghe, nel frattempo mi concentro sul fatto di voler fare più strada possibile con la luce per evitare il buio ed il freddo, quindi corro ogni tratto piano ed in discesa anche se di pochi metri, in salita ridotte e diesel.
Alle 17.00 incontro Miriam e correremo insieme fino alla fine, nonostante la fatica, le energie e il ritmo sono sempre stati con me, sto pescando dal fondo dell’iceberg, BENE, è per questo che sono qui.
Un pensiero su tutti inizia a farsi chiaro, voglio stare di più con Faby, fare più cose insieme, me lo prometto, gite in montagna, viaggi in citta, qualsiasi cosa, vedo troppa solitudine in giro, non invidio nulla a nessuno, ho più di quel che penso. Durante la notte metto solo i braccioli non fa molto freddo ed in salita sudo molto.
Un fatto curioso avviene quando intorno al 60° km al buio troviamo un trattore che cammina più piano di noi e decidiamo di superare sulla destra, proprio in prossimità di una deviazione a sinistra segnalata sul lato opposto, fortunatamente percorriamo solo poche centinaia di metri nella direzione sbagliata.
L’arrivo al campo è sempre l’evento più desiderato della giornata, questa volta ancor di più. Sono le 20.30 in tempo per “TG e film”, meglio di ogni previsione. Perfetto, va tutto bene nessuna crisi, solo è tutto molto umido ma la stanchezza non guarda in faccia a nessuno, c’è solo Davide in tenda. Mi cambio velocemente e cerco di dormire un po’ prima di mangiare.
< Prec. | Succ. > |
---|