RTP Jordan 2012

Iniziamo con 20 km dentro ad un canyon fantastico il più bel scenario mai visto, anche se in caso di problema l’unica via di uscita è con l’elicottero, i mezzi  non possono passare.
I colori delle pareti che contrastano con il cielo del mattino richiederebbero la mia Nikon per catturarne l’essenza, ma i miei occhi sono deliziati da tanta bellezza che la natura mi presenta.
Sto seguendo una concorrente ad una certa distanza e mi godo il panorama, non presto attenzione al percorso, e dopo un po’ mi accorgo di non vedere più le bandierine che lo segnano, avviso quello dietro se le vede, ci siamo persi, accidenti dico è la tappa lunga e chissà da quanto stiamo andando nella direzione sbagliata, mi ripeto che non devo mai togliere lo sguardo dalle bandierine.
Quante gliene ho dette tanto era polacca e non capiva nulla, allora inizio a guardare dappertutto, finche vedo il movimento di alcune ombre lontane, sono gli altri concorrenti, allora via per un terreno impossibile fino a ritrovare la strada e a risuperare gli stessi di poco prima..
Sono le 11.30 circa, ormai 4 ore e mezza di corsa, inizia una salita leggera dove alterno un po’ di corsa ad un po’ di cammino, ma poco alla volta la salita stronca ogni velleità di correre e tutti, a parte qualche ragazza che continua a correre soffiando come una locomotiva ci mettiamo a bassi regimi e saliamo camminando di buon passo, saliamo, saliamo e saliamo, il mio orologio dice 39.5 sul braccio ma sembrano molti di più, arriviamo al 3 CP e da li la salita inizia a farsi molto più ripida perché abbandoniamo la strada principale per una mulattiera.
La fatica si fa sentire penso ad una discesa che invece non arriverà praticamente mai, comunque la cosa piacevole è che nessuno mi supera, mi aspettavo un’ondata da dietro invece sono io che supero qualcuno. Arrivo al CP 4 e sono 30°.
Saliamo ancora sempre sono ore che saliamo sempre, le discese sono solo degli avvallamenti che finiscono davanti ad un’altra salita, il caldo è torrido fortuna che c’è vento ed aiuta molto , ad ogni CP riceviamo 1½ litro di acqua, sono 9 in totale faranno più di 13 litri alla fine.
Tra il 6° ed il 7° CP ho avuto la mia crisi esistenziale, troppa fatica non ne posso più, ma la mente è più forte del fisico e si continua, l’importante è non fermarsi mai, anche ai CP prendo l’acqua al volo e via  mentre cammino faccio tutte le mie operazioni, mangio, riempio la borraccia, mi rinfresco e contemporaneamente mi “riposo”. Il mio marsupio, che contiene la bottiglia d’acqua cede definitivamente come era prevedibile, dovrò farne a meno e usare solo la borraccia.
Dall’8° CP e con qualche tratto di discesa mi ritorna un pò di ottimismo, sono più di 8 ore che sto salendo, ho superato ancora qualche concorrente che vedo esausto seduto al CP o lungo la strada a riprendere forze, nessuno però ha bisogno di aiuto. Sto ancora salendo fino ad entrare in un paese, sono al buio da un’ora, ma almeno la temperatura è gradevole adesso.
Sono su una strada asfaltata e l’impatto col terreno è più violento speriamo di girare sul morbido, ed ecco il bivio per il campo, mancano un paio di KM e sarei disposto anche a rotolare ormai pur di arrivare, ma ancora una piccola sorpresa mi aspetta al varco,  è si una discesa, ma ci possono passare solo delle capre , sono circa le 21.00 di sera ,ho fatto 85 KM e sono in una discesa dove non c’è un centimetro quadrato piano, sassi,  pietre, ciotoli, cespugli e qualsiasi altro ostacolo illuminato dalla mia torcia e dai cyalume fino all’entrata al campo che vedo in lontananza.
Davanti a me un concorrente a 4-500 metri di distanza ,dietro il vuoto taglio il traguardo con gli applausi dei presenti, sto bene , in forze e senza alcun problema, non ho fame ma bevo molto durante le ore seguenti, sono 21° e felice.
Mi addormento felice e la mattina mi sento in forma perfetta, forse come non mai negli ultimi tempi è una sensazione bellissima e non so spiegarmela, ho pescato bene dall’iceberg.