Nicola Benetti

Mi sento bene ma ho ancora l’ultimo pensiero di ieri in mente: che sia così anche oggi? Posso solo partire mi dico.
Il sesto giorno Parto lento e trovo un buon ritmo, Sergio mi raggiunge e corro con lui la 1ª tappa, al 1° Cp mi dice che ieri chi mi ha visto mi dava per spacciato, gli confermo la mia esperienza ma cambio discorso e gli offro il mio pomodoro secco.
La seconda parte va bene ma lascio Sergio indietro; questa tappa ha molte dune e la temperatura è oltre 40° ma va bene e arrivo al 2° Cp.
Qui mi accorgo di avere poca acqua, la borraccia da 650 + 500 della bottiglia.
Sergio sopraggiunto mentre sto per ripartire mi dice che è rischioso ripartire con quella quantità.
Piccoli inconvenienti sul percorso. Ma mi sento bene, ho bevuto molto e so di non soffrire la sete, vado e arrivo bene al 3° Cp da cui riparto sempre dopo aver fatto l’operazione piedi e dopo 1 km trovo il pozzo dei desideri: 3 secchiate di acqua fresca in testa sono un piacere incredibile, ancora qualche km e appaiono 3 rubinetti di acqua appesi ad un muro vicino a delle case, mi lavo praticamente tutto, bidet compreso, arrivo correndo e con uno sprint finale supero altri due concorrenti: sono 202° con 6h 51 stanchissimo ma contento, senza nessun segno del cedimento di ieri.
La sera arriva una buona notizia, oltre all’acqua in più ci dicono che domani tagliano la lunga portandola da 72 a 57 km perché hanno capito che qualche cosa non va in questa edizione. Centoventitre ritirati al terzo giorno, anche gente molto forte, sentiamo di un ragazzo in coma portato all’ospedale, c’è comunque preoccupazione per le condizioni ambientali.