21ª Marathon Des Sables 2006 |
La mattina elimino tutto quello che non serve dallo zaino dandolo ai touareg, è una bella sensazione sentirlo leggero (ricordalo per il 1° giorno). C’è una grande allegria alla linea di partenza.
Tengo un ottimo ritmo fino alle dune poi rallento, ad un certo punto vedo passare Sergio, leggero e veloce provo a seguirlo e capisco come corre sulla sabbia.
Arriverò due persone dopo di lui superando almeno 10-12 concorrenti negli ultimi 200 mt e dopo un duello finale con un altro concorrente vado a scontrarmi con i giudici dell’arrivo, (divertente).
Passo nel gate di uscita per ricevere la medaglia e il pranzo al sacco, poi mi faccio una doccia con una bottiglia d’acqua (è finito il tempo delle razioni), mi cambio la maglietta con quella della sera e metto un paio di calzini puliti, grande sensazione.
Poi cinque ore di autobus, noiosi ma riflessivi non riesco a dormire neanche un minuto sento troppe energie dentro di me forse il mio fisico pensa di dover correre ancora.
Provo un immenso piacere per essere arrivato alla fine, mi sento parte di un gruppo di atleti veramente ristretto e avverto una punta di nostalgia per l’esperienza di vita oramai terminata.
Questa punta nasconderà un iceberg gigantesco.
All’hotel faccio un po’ di coda per recuperare la valigia sommersa di sabbia, entro in camera e telefono a casa, poi ecco la mia prima doccia dopo nove giorni di deserto. Non posso descrivere la sensazione.
Dormo col capitano perché mettiamo i russatori tutti insieme.
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